sabato 14 febbraio 2015

Le piccole realtà del calcio. Un tesoro che non va bistrattato.


E' da ieri che non si fa altro che parlare, giustamente, delle dichiarazioni di Lotito nei confronti di Beretta (presidente della Lega di A) e di alcune società di Serie B, Carpi e Forsinone.
Oltre alla gravità delle dichiarazioni in per se, che spero vengano sanzionate e pure duramente, bisognerebbe analizzare anche la loro erroneità sostanziale.
Può pur essere vero che società come Carpi e Frosinone apportino meno appeal, in termini di guadagno, di quanto può portare un Bologna o un Livorno (tanto per citarne due), ma ciò che si perderebbe in termini di crescita del nostro calcio sarebbe enorme. Almeno, questo è il mio pensiero.
Ho sempre ritenuto queste squadre, alcune affacciatesi alla massima serie per la prima volta, un ottima risorsa non tanto per lo spettacolo (alcune si rivelano purtroppo inadeguate ai ritmi della categoria), quanto per le possibilità che offrono ai propri calciatori, indifferentemente da che siano essi calciatori giocani in attesa di esplosione o già maturi ed in attesa di rilancio.
Pensiamo al Sassuolo, promossa per la prima volta in serie A soltanto un anno fa e con un presidente, Squinzi, che tiene davvero alla sua squadra. Dopo un inizio disastroso, la squadra ha trovato una sua quadratura con Di Francesco in panchina, mettendo in mostra le qualità di giovani come Zaza e Berardi (talento di casa), rilanciando al contempo buoni giocatori come Paolo Cannavaro, che non trovavano più molto spazio nella loro vecchia squadra e che qui invece si sono sentiti apprezzati, aiutando al contempo i più giovani a crescere. Quest'anno la politica societaria sta raccogliendo appieno i suoi frutti, con l'esplosione proprio di Zaza e la conferma del talento di Berardi, e grazie ad alcuni innesti mirati la compagine neroverde si sta togliendo numerose soddisfazioni.
Di più lungo corso la politica dell'Empoli, ormai abitualmente stazionario tra Serie A e B, di investire molto sul vivaio e lo sviluppo di giovani promettenti presi a prestito da altre squadre grazie all'ausilio di giocatori più navigati, spesso esplosi proprio nella società toscana come Tavano e Maccarone.
Quest'anno la società di Fabrizio Corsi, tornata in A dopo qualche anno, ha messo in vetrina la consueta schiera di ottimi prospetti, anche grazie alla sapienza tattica e al bel gioco impressi da mister Sarri: Il portiere Sepe (in prestito dal Napoli) si sta dimostrando affidabile tra i pali, ben coperto da Tonelli e Rugani (il ventenne è stato acquistato definitivamente dall Juventus), ma anche giocatori più maturi come Valdifiori e Croce stanno facendo vedere ottime cose. A Gennaio, inoltre, è tornato in prestito dal Milan Saponara, che due anni fa in toscana aveva fatto vedere cose egrege e bisognoso di maggior continuità.
Meno fortuna ha avuto due anni fa il Pescara, immediatamente rispedito in serie B. Troppo difficile, probabilmente, privarsi in un colpo solo del metronomo del centrocampo ed ex primavera Marco Verratti (che hanno fruttato ben 14 milioni, versati dal PSG), di Insigne (tornato a Napoli) e del capocannoniere Immobile (rientrato invece a Genova, sponda rossoblù), ma anche di chi, quel miracolo, lo aveva reso possibile, Zeman, accasatosi nuovamente a Roma dopo 15 anni a Roma.
Nonostante questo, proprio al Delfino si deve il lancio del probabile futuro portiere della nazionale, Mattia Perin, arrivato in rpestito dal Genoa (affiancato da un espertissimo Pellizzoli), mentre a centrocampo aveva fatto vedere ottime cose, fino all'infortunio, Quintero, passato al Porto a fine stagione.
La lista potrebbe essere infinita, questi sono soltanto i casi più recenti e probabilmente più noti, ma penso che siano sufficienti a far capire quanto le dichiarazioni di Lotito non avrebbero potuto esser più erronee.

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