mercoledì 24 giugno 2015

Italia travolgente, Portogallo-Svezia sfornano il biscotto

Finalmente Italia! Serviva l'ultima partita del girone per sfoderare una prestazione finalmente all'altezza. 3-1 all'Inghilterra (Belotti e 2 Benassi, rete della bandiera inglese di Redmond al 93') che però non serve a nulla visto il pareggio, 1-1, tra Portogallo e Svezia. Un biscotto molto temuto alla vigilia e che sembrava essersi sbriciolato all'82' grazie alla rete lusitana di Paciencia, ma l'illusione dura soltanto 7', fino alla rete-barzelletta di Tibbling all'89'. Già un minuto prima ci avevano provato, i portoghesi, a lasciar campo libero alla Svezia con un contropiede farlocco (un terzino scivola, l'altro si addormenta, il miracolato Josè Sa che di punto in bianco non trattiene una conclusione telefonata), ed alla fine ci sono riusciti.
Ma come dar loro torto? Noi nella stessa situazione loro avremmo fatto la medesima cosa. Semmai dobbiamo rammaricarci di essersi ritrovati, 11 anni dopo, in una situazione pressocchè identica a quella di Euro 2004, quando sempre la Svezia e la Danimarca chiusero col più comodo dei 2-2. Abbiamo buttato alle artiche la partita di esordio contro un avversario tecnicamente più scarso ed in inferiorità numerica, dimostrato troppa poca cattiveria contro un Portogallo raramente pericoloso davanti, ed alla fine abbiamo avuto quello che ci aspettava.
Certo che gli inglesi, partiti con i favori dei pronostici, hanno rimediato l'ennesima figuriccia in campo internazionale...
Alla luce della classifica del girone (Portogallo 5, Svezia e Italia 4, Inghilterra 3), le semifinali, dis cena il prossimo 27 giugno, saranno le seguenti:
Danimarca-Svezia e Germania-Portogallo.

Quasi dimenticavo, ci siamo giocati anche la possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Rio del 2016..

mercoledì 17 giugno 2015

Fiorentina, cosa vuoi fare da grande?


Credo che la situazione che si sta vivendo da quasi due settimane a questa parte in casa Fiorentina sia quantomeno surreale. Già l'esonero di Montella ha spaccato in due le frange dei tifosi, tra chi difendeva l'ex Aeroplanino e chi invece con la sua testa era ben lieto di banchettare; la decisione di virare su Paulo Sousa, allenatore del Basilea, ha aperto un altro dibattito interno incentrato sul suo (breve) passato bianconero. La decisione ufficiale doveva arrivare già settimana scorsa, ed invece oggi siamo sempre ad attendere un allenatore che forse nememno arriverà, considerato l'ultimatum di 24 ore posto dai Della Valle per la firma del contratto.
Ora io mi domando come sia possibile che una società di medio-alta classifica, che ambisce da anni al terzo posto dovendo sempre accontentarsi del gradino appena sotto e che vuole elevarsi, non abbia ancora scelto una guida tecnica, con tutte le ripercussioni che questo rovescia sul mercato. Come si pretende di trattenere i migliori giocatori (vedi Salah) senza sapere a chi voler affidare la guida tecnica e quali obiettivi perseguire? perchè tutte le società più importanti (comprese Inter e Milan) stanno già lavorando freneticamente per rinforzarsi e presentarsi in ritiro con la squadra fatta, mentre noi proprio a causa di tutto questo tergiversare non sappiamo ancora se e quali giocatori in svincolo rimarranno ( e ci sono questioni importanti, come Pizarro e Vargas), chi di quelli che ritorneranno alla base andranno tenuti e chi invece dovrà rifare le valigie. Figurarsi poi avere in mente dei profili da acquistare.
Purtroppo i tentennamenti sulle questioni più tecniche sono il marchio di fabbrica della proprietà e dei dirigenti, o almeno così pare. La paura di tutti è un ripetersi degli eventi recenti, quando dopo l'addio di Prandelli arrivarono un 9° ed un 13° posto in due stagioni travagliate e quasi totalmente prive di gioie. La dirigenza dovrà darsi una mossa e definire al più presto le proprie strategie (speriamo non di depotenziamento), perchè la pazienza della gente non è infinita ed il limite non è nemmeno tanto lontano..

Foto: Twitter

martedì 16 giugno 2015

Europei U21, l'attesa è agli sgoccioli. Italia a caccia del sesto successo


Ci siamo, gli Europei Under-21 sono finalmente alle porte. La gara inaugurale, questo mercoledì alle 18:00, vedrà di fronte i padroni di casa della Repubblica Ceca frapposti alla Danimarca, una delle candidate al ruolo di outsiders, mentre la sera andrà in scena il clou Germania-Serbia.
L'Italia, inserita nel girone con Inghilterra, Portogallo e Svezia, esordirà giovedì (ore 18:00) proprio con questi ultimi e non dovrà assolutamente sottovalutare l'impegno, visto che i nordeuropei sono stati mattatori della Francia negli spareggi (che schierava Kondogbia, Fekir, Kurzawa e Coman, giusto per dirne alcuni).
I pericoli maggiori però, almeno sulla carta, sono rappresentati dagli Inglesi, che possono contare sulla deavstante coppia offensiva Berahino (capocannoniere delle qualificazioni con 9 reti) e Kane, quasi 40 reti in due in Premier quest'anno.
Occhio anche al Portogallo, che nonostante non presenti nomi eccessivamente altisonanti tra le proprie fila (il giocatore più rappresentativo è Bernardo Silva del Monaco) ha eliminato con un 7-4 totale i quotatissimi olandesi.
Detto già della defezione dei nostri cugini d'oltralpe, il torneo dovrà fare a meno anche degli spagnoli detentori del titolo (in realtà 2 consecutivi), schiaffati fuori dalla Serbia grazie al successo per 2-1 in terra iberica dello scorso 14 ottobre. Quindi niente Isco, Muniain, El Haddadi e Morata a far stropicciare gli occhi agli appassionati.
Oltre all'importanza intrinseca alla competizione, l'edizione del 2015 sarà anche fondamentale per l'accesso alle Olimpiadi di Rio del prossimo anno. Le 4 squadre che si qualificheranno per le semifinali (come facilmente immaginerete passano 2 per girone) strapperanno direttamente il pass per il Brasile, le altre dovranno invece passare per appositi playoff. Se però nelle final-four ci sarà l'Inghilterra, allora le 3° di ogni gruppo dovranno fare uno spareggio secco per decretare un ulteriore squadra, perchè i bianchi d'oltremanica non possono partecipare in quanto inglobati nella rappresentativa del Regno Unito.
Concludo riportandovi la lista dei convocati di mister Di Biagio:
Portieri 1 Bardi (Chievo), 20 Leali (Cesena), 14 Sportiello (Atalanta);
Difensori 12 Barba (Empoli), 13 Bianchetti (Spezia), 3 Biraghi (Chievo), 17 Izzo (Genoa), 6 Romagnoli (Sampdoria), 5 Rugani (Empoli), 2 Sabelli (Bari), 22 Zappacosta (Atalanta);
Centrocampisti 16 Baselli (Atalanta), 18 Battocchio (Entella), 15 Benassi (Torino), 21 Cataldi (Lazio), 4 Crisetig (Cagliari), 8 Sturaro (Juventus), 7 Viviani (Latina);
Attaccanti 9 Belotti (Palermo), 10 Berardi (Sassuolo), 11 Bernardeschi (Fiorentina), 19 Trotta (Avellino), 23 Verdi (Empoli).

Imamgine: Uefa.com

sabato 6 giugno 2015

A Berlino stavolta il cielo non parla italiano, Barça-Juve finisce 3-1


Dopo 97' di battaglia termina la finale di Champions, il risultato finale dice Barça 3 Juventus 1. Risultato troppo netto per una partita dove i bianconeri hanno si sofferto molto i contropiedi degli spagnoli, ma hanno anche saputo spaventare Piquè e i suoi compagni di reparto, fallendo qualche occasione di troppo con quel Tevez tanto atteso e che invece ha regalato solo un lampo.
E dire che dopo 4' in molti davano già per finita la partita, quando Rakitic da due passi chiude nel migliore dei modi l'azione in velocità infiocchettata da Iniesta sbattendo il pallone alle spalle di Buffon. Il forcing blaugrana si fa sentire, la Juve abusa troppo del possesso rasoterra nella propria trequarti e rischia di capitolare, salvata soltanto da un Super-Gigi prima su Alves e poi su Suarez; dall'altra parte il più attivo è Marchisio, che prova a sorprendere Ter Stegen un paio di volte da fuori senza però riuscire nell'intento. All'intervallo si va con una stradominanza Barça, ma come a Madrid i ragazzi di Allegri rientrano col piglio giusto e al 55' pareggiano: tacco sublime di Marchisio, Lichsteiner serve un pò arretrato Tevez che in girata impegna severamente il giovane portiere tedesco, costretto alla respinta non ottimale che diventa il più comodo dei tap-in per Morata.
I bianconeri cercano di cavalcare l'onda e ribaltare il risultato, al 67' un contatto dubbio in area tra Alves e Pogbà è considerato regolare al turco Chakir, su ribaltamento di fronte Messi punta l'area, serie di finte e tiro molto insidioso, Buffon non riesce a bloccare e Suarez si avventa sulla sfera ribadendo in rete, 2-1. Disperato l'assedio juventino, con Allegri che passa addirittura al 3-4-3 (Llorrente per un dolorante Morata, Pereyra per Vidal e Coman per l'infortunato Evra) ma non riesce a raccogliere i frutti sperati, dovendo anzi subire il definitivo 3-1 al 7' di recupero su contropiede di Neymar. Dispiace, la Juve ha dimostrato di potersela giocare anche contro una squadra fenomenale come questo Barcellona dovendo far conto anche dell'assenza di Chiellini, ma quello che personalmente mi ha un pò deluso sono state le prestazioni di Tevez e Pirlo, troppo assente dal gioco il primo ed impreciso il secondo. I catalani, dopo il 2009, si portano a casa il secondo triplete (Messi, Xavi, Iniesta, Busquets, Dani Alves, Pedro e Piquè erano presenti anche allora) e salutano nel migliore dei modi il grandissimo capitano, Xavi, che la prossima stagione giocherà in Qatar.

Piccola lamentela personale: in una cornice di sport così fantastica, non si può lasciar la telecronaca a Piccinini con il suo vocabolario di 12 parole in croce. Pardo sarebbe stato moooolto meglio.

Foto:Goal.com

lunedì 1 giugno 2015

Juve-Barca, comunque vada sarà triplete


Qualunque sarà l'esito della finale di Champions del prossimo 6 giugno a Berlino rivedremo un nuovo triplete, a due anni di distanza da quello del Bayern.
Sia la Juventus che il Barça infatti si presentano all'appuntamento con i due trofei nazionali già in tasca: i bianconeri avevano già chiuso da tempo la pratica scudetto (+17 alla fine sulla Roma) e 10 giorni fa hanno alzato al cielo anche la Tim Cup battendo ai supplementari la Lazio all'Olimpico; i catalani hanno tardato un pò di più per tornare sul trono di Spagna (penultima giornata) e sabato scorso si sono ripresi una Copa del Rey che mancava in bacheca da tre anni battendo per 3-1 l'Athletic Club (2 Messi e Neymar, gol della bandiera basco di Williams a 10' dalla fine).
Una curiosità in più: dalla tarda serata di sabato prosssimo Eto'o non sarà più l'unico calciatore ad aver conquistato due triplete in carriera (tra l'altro consecutivi, 2009 col Barça e 2010 con l'Inter).
Infatti ben otto dei suoi compagni del 2009, ai tempi della vittoria sullo United, si giocheranno di nuovo il trofeo per club più prestigioso in Europa: Messi, Xavi, Iniesta, Busquets, Dani Alves, Pedro e Piquè per i blaugrana, il solo Caceres per i bianconeri, che al tempo però militava proprio in blaugrana.