venerdì 29 maggio 2015

Heysel, vietato dimenticare


29/5/1985-29/5/2015. Una data, la prima, passata alla storia purtroppo non soltanto come il primo trionfo in Champions della Juventus, ma anche come la notte maledetta dove morirono 39 tifosi, quasi tutti italiani, nel tristemente celebre Settore Z. Oggi, a 30 anni dal tragico incidente, è bene continuare a ricordare quanto accaduto in quella surreale notte, una catastrofe che invece in molti vorrebbero lasciar cadere nel dimenticatoio, in primis la Uefa e i belgi che di quell'Heysel conservano giusto una targhetta, visto che il vecchio impianto è stato buttato giù e dal '95 si chiama 'Stadio Re Baldovino'.
Una catastrofe per molti versi annunciata, visto la fatiscenza che lo stadio già all'epoca mostrava e la quasi totale mancanza di vie di fuga. Vai a capire perchè quei capoccioni dell'Uefa non hanno scelto una sede più adatta; palese anche l'incapacità della polizia di far fronte al fiume di persone, di Hooligan, che si sono presentati allo stadio, mentre all'interno di forze dell'ordine traccia non ve ne era se non giusto 3 o 4 elementi, e invece avrebbero dovuto ben presidiare i settori di confine.
Testimonianze di chi quella sera l'ha vissuta, di chi nel Settore Z era presente ed è riuscito a fuggire vedendo morire di fronte a se decine di persone, di chi lì aveva i propri cari ed era in apprensione da casa ce ne sono moltissime, tutte toccanti in egual misura.
Non voglio tediarvi oltre cari lettori, anche perchè oggi di questo ne parlaranno in molti, e molto più qualificati di me, che al tempo erano già presenti. Ho voluto soltanto dare il mio piccolo, flebile contributo nel far si che simili tragedie non vengano mai, e ribadisco MAI, dimenticate.

mercoledì 27 maggio 2015

EL, Bacca regala il bis al Siviglia


La partita dei rimpianti. Nemmeno un mese fa molti sognavano la finale tutta italiana Fiorentina-Napoli, ma a Varsavia erano di scena una spagnola ed una ucraina. Siviglia contro Dnipro, la prima con ancora il trofeo della scorsa edizione cucito sul petto (vittoria ai rigori contro il Benfica), la seconda alla sua prima finale europea.
Nonostante la disparità tecnica di valori che si aveva sulla carta, la partita però è stata veramente godibile. Partono forti i mattatori del Napoli che al 7' si portano già avanti con Kalinic, servito al bacio a centro area da Matheus. Gli andalusi paiono iniziano a macinare il loro gioco come niente fosse sciorinando gran calcio e ribaltando il risultato in 3 minuti, tra il 28' e il 31'. Prima la rete Crychowiak sugli sviluppi di un corner sfrutta l'appoggio di Bacca, poi lo stesso colombiano su ripartenza si invola verso i sedici metri avversari, salta  di netto Boyko e a porta vuota insacca. L'impressione è che i ragazzi di Marchevik possano entrare da un momento all'altro in un giro di schiaffi potenzialmente fatale, invece la loro reazione è veemente e un minuto prima della pausa Rotan pennella una punizione liftatissima da circa 18 metri du cui Rico non può arrivare, 2-2.
La ripresa regala meno emozioni ma i ritmi si mantengono comunque alti, e proprio su un break sulla trequarti ucraina Vitolo recupera palla e verticalizza immediatamente per Bacca che di nuovo non perdona l'estremo difensore del Dnipro e sigla il 28° personale gol stagionale.
I tentativi di rimonta dei giocatori in maglia blu si devono di fatto interrompere al minuto 89, quando Matheus, a cambi ultimati, è costretto ad uscire dal campo per un malore (probabilmente conseguenza di uno scontro aereo di qualche istante prima).
Incredibile lo score degli andalusi, che diventano l'unica squadra ad aver trionfato per 4 volte in Coppa Uefa/Europa League, ed il tutto in appena 9 anni, considerato che il primo successo risale al 2006, bissato l'anno dopo (si può dire che hanno bissato il bis). L'unica differenza è che grazie al successo di stasera i ragazzi di Emery (sempre ammesso che la prossima stagione sarà sempre lui l'allenatore, visto i numerosi corteggiatori) la prossima stagione parteciperanno alla fase a gironi della Champions League nonostante il 5° psoto in campionato.

mercoledì 20 maggio 2015

Juve, è doppietta


La doppietta è servita. All'Olimpico di Roma la Juventus batte 2-1 la Lazio nella finale della Tim Cup e mette a referto il secondo trofeo stagionale. Una partita tutt'altro che agevole, con i Biancocelesti che dopo solo 4' si portano avanti grazie al difensore Radu. Lo sgomento dura poco e al minuto 11 Pirlo mette dentro una punizione, Evra sponda a centro area dove, in acrobazia, Chiellini firma l'immediato 1-1.
Il match scorre avanti piacevole con occasioni da una parte e dall'altra, ma nessuna delle due compagini trova lo spunto decisivo; nemmeno i secondi 45', con i rispettivi cambi, servono a smuovere il ritrovato equilibrio.
Si arriva così ai supplementari, al minuto 95, quando Djordjevic, subentrato a Klose nella ripresa, stoppa un pallone fuori area e batte di prima intenzione di sinistro cogliendo entrambi i pali. Sebbene non si possa parlare di errore la celeberrima ed antica legge non scritta del 'gol sbagliato gol subito' colpisce inesorabile, e dopo nemmeno due giri di lancetta Matri, a sua volta entrato dalla panchina per sostituire Llorrente, approfitta di un pallone sporco nel cuore dell'area e batte Berisha, che a dirla tutta qualche colpa potrebbe averla.
Il risultato non cambia più; la squadra di Pioli prova a lanciarsi in avanti ma le scarse energie, ed il mancare via via della lucidità, si concludono in un nulla di fatto. La Juve festeggia di nuovo dopo aver conquistato il campionato qualche settimana fa, ma sono sicuro che tutti i tifosi della Vecchia Signora si stanno augurando che questo sia solo un antipasto, in attesa della portata principale che verrà servita il prossimo 6 giugno a Berlino, quando di fronte si ritroveranno lo stellare Barcellona targato Messi-Suarez-Neymar.

giovedì 14 maggio 2015

EL: italiane, è una Caporetto


Raramente la metafora di Caporetto è calzata più a pennello di così. Due formazioni in semifinali di Europa League, il sogno di tingere Varsavia di tricolore. Già nei primi 90' la Fiorentina aveva dato forfait ma il Napoli, nonostante le polemiche dell'andata, sembrava potercela fare. E invece nulla.
Gli azzurri hanno giocato bene soltanto a sprazzi, Higuain dopo pochi minuti poteva indirizzare subito la partita ma Boyko si oppone magistralmente. Con il passare del tempo gli attacchi si fanno sempre più confusi ed il Dnipro difende con ordine, quando l'occasione si materializza ci pensa sempre Boyko a sbrogliare. Gli ucraini, come prevedibile, provano a colpire in contropiede e alla fine (57') riescono a passare con Seleznyov, gol ancora una volta molto dubbio ('Tanto tanto tanto' cit.).
A poco servono gli innesti di Hamsik e Mertens, troppo granitico il muro eretto dai ragazzi di Markevich che si prendono la prima finale europea della loro storia.
Storia che invece era già scritta tra Fiorentina e Siviglia dopo il 3-0 dell'andata. Ma i Viola non riescono nemmeno ad emulare il Bayern e vendicare in parte la disfatta del San Pizjuan, ed anzi ne prendono altri 2 nel giro di 5 minuti (22' Bacca, 27'Carrizo). A completare il disastro l'ennesimo rigore stagionale fallito, stavolta per mano (o meglio, per piede) di Ilicic. Spagnoli che si giocheranno la loro 4° finale di Uefa/Europa League, tutte arrivate negli ultimi 9 anni, e che finora non sono mai stati sconfitti nella partita secca (rispettivamente nel 2006 col Middlesbrough, nel 2007 con l'Espanyol ed anno scorso con il Benfica).
Appuntamento il prossimo 27 maggio a Varsavia, anche se forse in pochi avranno voglia di guardare Siviglia-Dnipro..

mercoledì 13 maggio 2015

1-1 al Bernabeu, la Juve vola a Berlino


Berlino, 6 giugno 2015. Scrivetevi questa data, perchè ci sarà la finale di Champions. E finalmente, dopo cinque anni, rivedremo anche un'italiana: la Juventus.
Merito dell'1-1 con cui i bianconeri sono usciti dal Bernabeu, ottenuto contro un Real Madrid fortissimo ma non 'Galattico', imbrigliato negli schemi di quel maestro di tattica che si è rivelato Allegri.
E dire che il rigore concesso agli spagnoli e trasformato da Ronaldo dopo 23' avrebbe potuto tagliar di netto le gambe ai ragazzi di Max, che invece hanno retto bene l'impeto dei Blancos nonostante alcuni momenti di appannamento e non si sono fatti prendere dalla frenesia. La rete di Morata al 57' (ancora lui, l'ex, tanto per citare Piccinini) ha ovviamente ribaltanto completamente le parti, ma il Real è parso troppo poco squadra per imbastire attacchi costanti e pericolosi per la porta di Buffon, salvo un paio di conclusioni di Bale (una poco dopo il pari). Ronaldo, il più temuto, non ha avuto modo di deliziare il proprio pubblico con una giocata che sia una, nemmeno dalla distanza; Benzema ha stretto i denti, non aveva una gran condizione e il clima caldo non lo ha di certo aiutato; James, alla stregua di Ronaldo, ha acceso la luce soltanto con un colpo di tacco. Ed anzi, la Juve ha rischiato il raddoppio in ripartenza sia con Marchisio che con Pogba, che però hanno graziato Casillas. E proprio il numero uno madridista, con un controfallo al 93' che definire ingenuo e grossolano è un eufemismo, ha messo la parola fine sull'assalto all'arma bianca finale dei suoi.
Onore dunque ai bianconeri, che tra poco meno di un mese a Berlino dovranno superare l'ultimo, arcigno ostacolo che li separa dalla coppa, il Barcellona. Una sorta di Rendez Vous per Buffon, Barzagli e Pirlo, che nel 2006 in quella stessa città, in quello stesso stadio, il 9 luglio 2006 conquistarono il 4° Mondiale della storia della Nazionale. E chissà che non possano alzare anche questo, di trofeo..

Juve, riscrivi la storia


Stasera la Juventus è chiamta ad una partita magistrale contro i campioni in carica della Champions, il Real Madrid. Il 2-1 dell'andata a Torino non permette certo di dormire sonni tranquilli, è quasi impensabile che i Blancos, che stasera schiereranno il cosiddetto BBC - Benzema/Bale/Ronaldo (a me mi ricorda comunque il nome di un cocktail..), non segnino almeno una rete. Ma non c'è bisogno che dia io lezioni di tattica ad Allegri; è palese che se vai al Bernabeu a difenderti e basta prendi una scoppola che te la ricordi per un pezzo. L'impresa comunque non è di quelle impossbili, già qualche anno fa grazie ad una doppietta di Del Piero (con Ranieri in panchina) il ritorno a Torino fu dolce; sciorinando un pò di statistiche, la Juventus nei tempi recenti quando si è presentata al ritorno con il 2-1 casalingo è sempre passata (ultima la gara di Dortmund), il Real prima di anno scorso aveva lasciato per tre volte consecutive le penne in semifinale, dimostrando sempre qualche disattenzione di troppo in fase difensiva, che anche quest'anno proprio impeccabile non è stata (5° difesa della Liga con 34 gol subiti in 36 gare).
Le motivazioni, inutile dirlo, saranno alle stelle da entrambe le parti; la differenza allora potrebbe farla la fame, con l'ultima finale bianconera targata 28 maggio 2003 contro il Milan (bei tempi, quando le italiane dominavano in lungo ed in largo), mentre l'ultimo successo risale addirittura al '96. nel mezzo, le due finali consecutive perse contro Borussia ('96-'97) e proprio il Real ('97-'98).
E intanto, da Berlino, il Barcellona attende..

Bayern, l'illusione dura poco



Bayern-Barcellona, si riparte dal 3-0 del Camp Nou per i catalani. Ai ragazzi di Guardiola serve una vera impresa, anzi un miracolo, tenere le tre bocche da fuoco blaugrana all'asciutto (l'ultima volta più o meno si combatteva in Vietnam). Pena, dover segnare cinque reti.
La partenza è di quelle ottimali, grazie all'1-0 al 7' firmato Benatia. Ma gli spagnoli vogliono subito far capire che il capitombolo nella semifinale di due anni fa è soltanto un lontano ricordo e in un quarto d'ora (15' e 29') Neymar ne fa due. I bavaresi non ci stanno e spingono molto, ma Ter Stegen si veste da Spider-Man e tira letteralmente fuori dalla porta un paio di conclusioni che sembravano già destinate in fondo al sacco. Il secondo tempo scorre pare tirarsi avanti per inerzia e solo un gran gol di Lewandowski al 59' riesce a svegliare un pò il pubblico tedesco, che al 74' ha modo di gioire di nuovo per la rete di Muller. Una vittoria inutile ai fini della qualificazione, ma che almeno ha evitato ai campioni di Germania il naufragio totale, mentre per il Barça arriva la 4° finale in 10 anni (2006 contro l'Arsenal, 2009 e 2011 contro lo United, tutte e 3 vinte). In attesa di sapere se dovrà vedersela con la Juventus o se si ripeterà, come lo scorso anno, una finale tutta spagnola con il Real.

domenica 10 maggio 2015

Pot Pourri


FRANCIA: Il PSG dilaga, 6-0 al Guingamp, il Lione esce da Caen colpito tra tre schiaffoni. A 180' dal termine i 6 punti di distacco sono incolmabili, per la matematica si deve attendere ma di fatto i parigini hanno vinto di nuovo lo scudetto. Rimontona Marsiglia, 2-1 al Monaco e qualificazione Champions riaperta. In coda vincono Reims e Tolosa, la salvezza pare cosa fatta: il distacco dalla terzultima è rispettivamente di 4 e 5 punti.

GERMANIA: Bayern distratto dall'impresa di Champions da compiere, cede in casa all'Ausburg (Reina espulso). Wolfsburg e M'gladback vincono ed archiviano i gironi di Champions. Già sicuri i 'Lupi', solo una formalità per i 'Fohlen'. In coda le cose si fanno calde, grazie alla vittoria dello Stoccarda. La salvezza dista soltanto un punto (Friburgo, Hannover e Padeborn sono tutte a 31), decisiva sarà la partita casalinga con l'Amburgo, a quota 32 e quindi a portata di sorpasso.

SPAGNA: Barça stende 2-0 la Real Sociedad e mette una seria ipoteca sulla conquista della Liga. a 2 giornate dal termine, il vantaggio sul Real (2-2 casalingo col Valencia) è di 4 punti e con lo scontro diretto favorevole. Il Siviglia pareggia 1-1 a Vigo e sciupa una ghiotta occasione per riportarsi sotto allo stesso Valencia, che mantiene 3 punti di vantaggio. In coda il Granada vince ancora e continua a sperare in una salvezza che due settimane fa assumeva più i contorni di un utopia.

INGHILTERRA: Chelsea-Liverpool finisce 1-1. I Reds, quinti in classifica e a -6 dallo United, dicono addio alla Champions. City a valanga sul QPR, 6-0 (tripletta di Aguero, lanciato al titolo di capocannoniere) che retrocede, mentre il Burnley nonostante l'1-0 sull'Hull City torna subito in Championship perchè Sunderland, Leicester e Aston Villa vincono tutte. Per 'le volpi' (il Leicester per inteso) addirittura sesto successo nelle ultime sette uscite.

ITALIA: Juve e Cagliari finiscono sull'1-1, ma per i sardi al salvezza è al 99% sfumata; l'Atalanta, subito sopra in classifica, passa 3-2 a Palermo ed allunga il distacco ad 8 punti. Retroce invece il Cesena, battuto in casa dal Sassuolo nel derby emiliano (2-0 per i padroni di casa nel primo tempo). Il doppio incrocio Roma/Milano vede le squadre della capitale uscire battute con il medesimo punteggio: sconfitta per 2-1 contro il Milan per i giallorossi, mentre all'Olimpico è l'Inter ad imporsi 2-1 sui biancocelesti, ridotti in 9. Il Napoli non ne approfitta e pareggia 2-2 a Parma (e qui si dovrebbe aprire una parentesi su quanto successo anche fuori dal campo), mentre la Fiorentina vince il derby toscano ad Empoli per 3-2. Super Samp passa 4-1 ad Udine.

giovedì 7 maggio 2015

UEL. Collasso Fiorentina, Napoli recrimina


I sogni cullati fino a  poche ore fa si sono infranti per larga misura. Ma se il Napoli andrà a Kiev (il Dnipro, causa guerra, gioca nella capitale) carico e voglioso di vendicare il torto arbitrale subito, visto che la rete degli ucraini era viziata da un bel fuorigioco, altrettanto non si potrà dire della Fiorentina. La squadra di Montella esce strapazzata e demolita dal Pizjuan, troppo forte e voglioso il Siviglia, poco convinta e cattiva la viola. Eppure il primo tempo nonostante l'1-0 di Vidal era stato equilibrato e tra Gomez e Mati Fernandes han fatto a gara a chi lo sbagliava più grosso. Purtroppo la reazione non è arrivata ed il Siviglia ha preso il largo, raddoppiando ancora con Vidal e chiudendo con Gameiro entrato da pochi secondi. Un gioco spumeggiante quello degli spagnoli, sempre alla ricerca della profondita, sterile e prolisso quello dei toscani, che invece la profondità paiono aver dimenticato cosa sia. Un 3-0 che poco lascia sperare e che mostra ancora una volta la fragilità di una squadra che si sgretola nei momenti clou.
Per l'orgoglio italiano non rimane che sperare nel colpaccio del Napoli in terra ucraina anche se, come detto nel precedente articolo, il Dnipro in 6 gare europee ha subito appena due reti, entrambe al girone. Speriamo di non dover vedere a Varsavia una finale Siviglia-Dnipro..

Viola nell'inferno del Pizjuan. A Napoli già sognano


Quattro squadre, due italiane e la possibilità che a fine mese su Varsavia sventolino solo bandiere tricolori (e viola e azzurre). Napoli e Fiorentina stasera cercheranno di riscrivere la storia recente delle nostre compagini nelle competizioni europee. Il sogno sarebbe il derby in finale come l'ultima volta nell'ormai lontano 2003, Milan-Juve di Champions. O, guardando a questa competizione, all'Inter-Lazio del 6 maggio '98.
Tra le due il compito più agevole spetta senza dubbio ai campani; il Dnipro sta vivendo una delle sue migliori stagioni europee, dimostrandosi fin qui una squadra pugnace e che gioca colpo su colpo badando soprattutto a non prender reti (in casa appena 2 subite, entrambe nella fase a gironi, per mano di Inter e Qarabag) e giocando di rimessa. Benitez comunque è uno specialista della competizione e non si farà distrarre dal minor blasone degli avversari, cercando con ogni probabilità di suggellare la qualificazione già oggi.
Più arduo il compito per Montella ed i suoi. Il Siviglia è campione in carica, e nonostante abbia perso alcuni pezzi pregiati in estate (giusto per dirne uno, Rakitic) in campionato è ancora in piena lotta per la Champions (-3 dal Valencia) e può vantare uno stadio che in questa stagione, se si esclude il 2-3 dello scorso fine settimana col Real, non è mai stato violato. I Viola comunque mettono paura agli uomini di Emery, visto che si presentano al Sanchez Pizjuan con gli scalpi di Tottenham, Roma e Dinamo Kiev, tutte considerate favorite alla vigilia del doppio confronto con i toscani.
Non resta che incrociare le dita aspettando il fischio di inizio, tra poco più di un'ora.

Barça super, incubo Guardiola


Che il ritorno di Pep al Camp Nou non sarebbe stato una passeggiata si era capito già alla vigilia. Che il più temuto fosse Messi, e che "l'unica cosa che puoi fare e cercare di fargli toccare meno palloni possibili" è la scoperta dell'acqua calda.
Il Bayern c'era riuscito per buoni 75 minuti, seppur con qualche (grosso) rischio che solo un monumentale Neuer poteva sventare, ma un errore in ripartenza al 77', e qualche metro di troppo concesso all'argentino, sono risultati fatali. Una rete non proprio inattesa, i tedeschi erano ormai rintanati nella propria metà campo da dieci minuti buoni senza riuscire a ripartite efficacemente. Troppo stanco il generosissimo Lewandowski, troppo pesanti le assenze di Robben, Ribery ed Alaba sulle fasce. La staffilata dal limite della 'Pulce' è sembrato mostrare di botto tutte le fragilità dei bavaresi, che tre minuti dopo devono di nuovo ripartire da centrocampo per la perla del numero 10, che dopo aver fatto crollare Boateng con una doppia finta ubriacante ha beffato Neuer con un pallonetto di destro. Il tardivo inserimento di Gotze non è servito a dare la scossa alla squadra, che anzi nei minuti finali deve assistere alla cavalcata trionfale di Neymar valida per il 3-0.
Martedì prossimo l'impresa per Guardiola ed i suoi ragazzi sembra davvero ai limiti della fantascienze, ma nei turni precendenti l'Allianz ha già visto un 7-0 ed un 6-1 per i padroni di casa. Certo, le avversarie erano Shakhtar e Porto, ma i tedeschi hanno l'obbligo di crederci o, almeno, di provarci. Messi permettendo.

Foto: Corriere.it

martedì 5 maggio 2015

Juve, che grinta! Ronaldo non basta al Real


Chapeau. Anche se nulla è scritto, ed un 2-1 in casa non può certo essere sufficente per andare in scioltezza al Bernabeu, la Juventus merita tutti gli onori del caso. Quella che alla vigilia era considerata la Cenerentola delle semifinali è riuscita, almeno per il momento, a sgambettare quei Galacticos ancora campioni in carica. Certo, da una parte mancavano Benzema e Modric, ma una squadra di questa levatura non si può attaccare a certe recriminazioni. Anche perchè ai bianconeri mancava il signor Pogba in mezzo al campo.
La prima sorpresa già prima del fischio d'inizio, Sturaro titolare. E tutti a chiedersi: Allegri ha fatto fuori un fiasco di Lambrusco a merenda? Per intenderci, io ero tra questi. Il campo ci ha messo poco a smentire tutti, con il giovane centrocampista che non è parso per nulla intimorito dal blasone dei rivali sfoderando una signora prestazione, come tutti i suoi compagni. Il Real forse non si aspettava l'avvio sprint dei padroni di casa, la rete di Morata è emblematica. Il pareggio di Ronaldo ha rischiato di mettere a nudo le falle della roccaforte juventina, che per poco non ricapitola poco dopo sul tentativo da meno di un metro di James Rodriguez che però, di testa, stampa piena la traversa. Passato l'attimo però i ragazzi di Allegri sono tornati compatti come non mai e pronti a far male di contropiede, come il rigore preso da Tevez nel secondo tempo. L'Apache se lo vuole anche battere, e lo trasforma spiazzando Casillas (tiro centrale), dimostrando il carattere del campione. Il Real reagisce buttando punte si punte in campo, ma il passaggio al 3-5-2 di Allegri (fuori Sturaro, dentro Barzagli) ha tarpato le ali a tutte le proiezioni offensive dei Blancos, in primis quelle di Bale (ma anche Ronaldo non ha praticamente mai avuto campo da divorare davanti a se), rendendo ancor più apprezzabile questo capolavoro tattico.
Tra una settimana il Bernabeu sarà un inferno, la Juve dovrà sudare e sputare sangue (Chiellini, seppur dalla fronte, ha già dato ai suoi l'esempio), ma se Allegri sfoggerà le stesse doti da stratega messe in mostra stasera, la finale non è più un utopia.

Foto: Sport Tiscali

domenica 3 maggio 2015

Pot Pourri

ITALIA: La matematica non lascia scampo. L'1-0 della Juve a Genova, sponda blucerchiata (Vidal), ha sancito il 4° scudetto di fila dei bianconeri, il 31° della loro storia (il primo che dice 33 l'appendo alla Mole). La Roma (2-0 al Genoa) effettua il controsorpasso alla Lazio (1-1 a Bergamo). Tonfo Milan; 3-0 al San Paolo e 90' in inferiorità numerica (espulso De Scilio), mentre la Fiorentina vince in casa 3-1 contro il Cesena mettendo fine alla striscia di 4 sconfitte consecutive, I romagnoli, dal canto loro, sono con un piede e 3/4 in B. All'appello mancano Cagliari-Parma (domani) e Torino-Empoli (mercoledì).

INGHILTERRA: Al Chelsea basta la rete di Hazard a fine primo tempo (respinta dopo il penalty sbagliato) contro il Crystal Palace per archiviare lo scudetto con 3 giornate di anticipo. A nulla servirebbero 6 punti all'Arsenal, che al momento ha due partite in meno dei Blues. Il ritardo sarebbe comunque di 10 punti. United battuto in casa dal West Brom (1-0), riapre i giochi per un posto Champions, con il Liverpool ora a -4 (2-1 sul QPR). In conda vincono Sunderland, Leicester ed Hull City, dando vita così ad una bagarre che coinvolge 5-6 squadre per non retrocedere (dubito fortemente che Burnley e QPR tornino in lizza).

GERMANIA: Perde il Bayern (2-0 a Leverkusen), con la testa già a mercoledì ed al Barça. Pareggia il Wolfsburg. Ne approfitta il M'Gladback, che si porta a -2 dal 2° posto. L'Amburgo batte a domicilio il Mainz (1-2), infila la 2° vittoria consecutiva ed esce per la prima volta dopo tantissimo tempo dalla zona retrocessione. Rimane invece vivissima la lotta per un posto in Europa League.

SPAGNA: Allenamento per il Barça; 8-0 al Cordoba. Impresa Real, che espugna per 3-2 Siviglia (prima volta in stagione che viene violato il Pizjuan, tripletta di Ronaldo) e rimane in scia. Buona notizia per la Fiorentina, che giovedì sarà ospite proprio dei ragazzi di Emery. In zona Champions il Valencia batte l'Eibar 3-1 e si porta a -4 dall'Atletico, che invece ha pareggiato 0-0 con il Bilbao. Colpo di coda per il Grenada di Pozzo in casa del Getafe (2-1), ma la salvezza è ancora ben lontana.

FRANCIA: Il Lione Vince, il PSG risponde. A 270' dal termine i parigini mantengono 3 punti di vantaggio sui ragazzi di Fournier. Il Monaco prova a blindare il 3° posto vincendo 4-1 nel principato contro il Tolosa, mentre rialza la testa il Marsiglia, 2-0 in casa di un Metz ormai alla deriva.


Piccola annotazione. In Italia abbiamo tanto celebrato il Carpi (a ragione) per la prima, storica promozione in Serie A.  Bene, gli stessi elogi credo siano dovuti al Bournemouth, che nella stagione 2009-2010 militava nella Football League Two, quarta divisione del calcio inglese, e che ano prossimo disputerà per la prima volta la Premier avendo conquistato la Championship con grande merito. Piccole perle in un calcio sempre più capitalistico.