lunedì 9 febbraio 2015

Juve-Milan, la partita degli eterni veleni.



Quasi 3 anni, tanto è passato dall'episodio della rete non convalidata a Muntari nell'allora match valido per il primato in classifica tra Milan e Juventus (25 Febbraio 2012, per essere precisi).
Da allora di acqua sotto i ponti, e soprattutto di polemiche tra le due compagini ne sono passate molte. L'ultima, quella di ieri sabato 7 Febbraio 2015, ha portato strascichi quasi grotteschi.
Senza troppi rigiri, il mio intento è quello di puntare il dito sulle affermazioni gravemente (e sottolineo, GRAVEMENTE) diffamatorie comparse sul profilo Twitter del Milan e ribadite dall'amministratore della società, Adriano Galliani: La Juventus manipola le immagini dei replay.
Non voglio entrare in merito allo specifico episodio, giacchè se ne è gia ampiamente parlato e se ne parlerà sicuramente anche domani con tanto di immagini prese da ogni prospettiva possibile.
Un accusa, questa, che va al di là del semplice e ormai consueto sfogo post-partita contro l'arbitro o l'assistente di turno e che ritengo una caduta di stile, a cui Milan e Galliani non sono comunque nuovi.
La citazione, ovviamente, riporta al quarto di Finale dell'allora Coppa dei Campioni tra Marsiglia e Milan quando i rossoneri, sotto di un gol e virtualmente eliminati, abbandonarono il campo a seguito della decisione dell'arbitro di riprendere la partita, interrotta a causa dallo spegnimento di un riflettore 3 minuti prima della fine. Una scelleratezza che venne giustamente punita con un anno di squalifica dalle competizioni europee.
Non fraintendete, con ciò non intendo che la pena debba essere la medesima, ma solo che alcuni gesti/dichiarazioni si addicono più ad un torneo di calcio amatoriale (e capitano comunque ogni morte di papa) piuttosto che ai massimi livelli che il calcio può offrirci.
Il risultato di questo continuo esasperare ogni decisione della terna arbitrale (o quaterna, o sestetto, ancora c'ho da capire come van chiamati), spesso arrampicandosi sugli specchi e pretendendo che degli essere umani, in presa diretta, siano più efficenti delle macchine che non riescono a dissipare tali dubbi nemmeno al rallentatore, rischia di portare ad un disamoramento e un distacco dei veri tifosi, e quindi al fallimento del mondo del calcio. 


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